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25 Settembre 2018 - Commenti disabilitati su Palestra amputati: dieci anni di eccellenza al Trivulzio

Palestra amputati: dieci anni di eccellenza al Trivulzio

Prime candeline a doppia cifra per la palestra amputati del Pio Albergo Trivulzio. Era il 18 agosto 2008 quando per la prima volta si misero al lavoro due terapisti. Dieci anni che meritano di essere festeggiati (appuntamento alle ore 10 in via Trivulzio 15 sabato 29 settembre per l'open day).

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Due lustri dunque in cui nei locali della palestra sono stati ricoverati circa 80 pazienti l'anno in cure intermedie della durata di 60-90 giorni. A questi si aggiungono i circa 60 ricoveri l'anno in modalità semiresidenziale e 520 pazienti che nell'arco dei 12 mesi frequentano il centro 1-2 volte per controlli e riparazione protesi. Altri numeri: solo nel 2017 sono stati compilati 520 modelli on line per la prescrizione protesi e ausili, per un totale di 2764 nel decennio con una minima percentuale al di fuori della palestra amputati.

Ma i numeri non possono dire tutto del valore di questa esperienza. Conviene allora riavvolgere il nastro e tornare per un momento agli anni 90.

La palestra è nata dall’esigenza di seguire con maggiore attenzione e competenza un aspetto della riabilitazione alloora poco conosciuto sia da parte dei fisiatri, sia da parte dei fisioterapisti:  il problema si poneva non in termini puramente riabilitativi ma in ragione della quasi totale incompetenza dell’aspetto tecnico ortopedico delle protesi.

"Fino agli anni 90 tutti noi di fronte al problema della protesizzazione inviavamo i pazienti al centro Inail  di Budrio", testimoniano gli operatori del Trivulzio, "ma il nostro problema rimaneva quello di dare speranza di una vita normale al paziente anziano amputato, una classe di età che a Budrio era un po' lasciata in secondo piano".

Così "nel 2007 abbiamo iniziato a raccogliere dati sull’affluenza degli amputati presso le nostre degenze riabilitative e ci siamo accorti che patologie vascolari e complicanze di diabete causavano una sempre crescente popolazione di anziani amputati". Un anno dopo ha aperto la palestra. Che h avuto ben presto "successo" anche grazie al lavoro di divulgazione presso i grandi ospedali di Milano e provincia  portato avanti in particolare dal dottor Pierluigi Rossi e dalla fisioterapista Mariagrazia Delmatti

Nel 2010 si è reso necessario integrare il personale con un terzo fisioterapista

Da circa tre anni poi il  centro ha acquisito una notevole evidenza in ambito regionale: hanno iniziato ad affluire molti pazienti in giovane età , vittime di incidenti stradali, molti giovani hanno lasciato il centro di Budrio per venire al Trivulzio. Oggi ci sono pazienti che ci giungono a Milano anche da fuori regione: Piemonte, Toscana, Veneto, Basilicata e Campania. Anche perché la palestra  è dotata dei più importanti strumenti di diagnostica e collabora da tempo (circa quattro anni) con il vulnologo del calibro di Guido Collodo che affianca la struttura  nel progetto per la cura delle lesioni del piede diabetico e la medicazione e cura delle ferite chirurgiche a lenta cicatrizzazione.

 

14 Settembre 2018 - Commenti disabilitati su Gli Amici del Trivulzio a Merate. Ecco come è andata

Gli Amici del Trivulzio a Merate. Ecco come è andata

Lo scorso 8 settembre è stata giornata ricca di eventi, emozioni e ricordi in quel di Merate e Montevecchia, dove il Pio Albergo Trivulzio ha voluto festeggiare tre grandi anniversari: a chiusura delle celebrazioni per i 250 anni dalla morte del Principe Trivulzio, sono stati infatti ricordati sia i 50 anni dalla nascita dell’Istituto Frisia, voluto dal benefattore Filippo Frisia sia i 300 anni dalla nascita di Maria Gaetana Agnesi, grande matematica ma anche benefattrice e soprattutto prima direttrice del Pio Luogo Trivulzio a fine Settecento.

Trivulzio, Agnesi e Frisia sono così accomunati da quell’unico filone filantropico, che caratterizza l’animus generoso del lombardo, sempre pronto all’accoglienza e all’aiuto delle persone bisognose e che ha trovato terreno fecondo a Merate dove nel 1968 è sorta grazie al benefattore Filippo Frisia una casa per l’assistenza ad anziani, invalidi e inabili.

Durante la mattina, a Merate, dopo il saluto del direttore generale del Trivulzio, dottor Claudio Sileo, si sono succedute le autorità locali (ricordiamo, fra gli altri, il sindaco di Merate Andrea Massironi, l’assessore alla cultura Federica Gargantini, il direttore generale dell’ATS Monza e Brianza Massimo Giupponi), e quelle regionali, con l’assessore alle politiche sociali Stefano Bolognini, che hanno presentato il ruolo e l’importanza dell’Istituto Frisia sul territorio, nonché la storia e la lungimiranza che questo luogo ha avuto nel cogliere i bisogni degli ospiti e nel rispondere in modo concreto ed adeguato all’evolversi delle esigenze della popolazione anziana.

L’assessore Bolognini ha ringraziato tutti quanti al Trivulzio e al Frisia prestano servizio e assistenza in modo esemplare a chi ne ha bisogno, ricordando altresì il ruolo di Amici del Trivulzio, per l’occasione rappresentata dal presidente Marco Zanobio.

La mattina si è conclusa con l’intervento dell’avv. Alberto Frisia, uno dei figli del filantropo Filippo Frisia, che ha ricordato la figura paterna e ha ripercorso – insieme al fratello Francesco – le origini dell’Istituto, anche attraverso aneddoti e curiosità sulla vita familiare.

L’evento è stato accompagnato da brani musicali suonati dalla storica Banda dei Martinitt, che ha percorso le vie della città fino alla casa comunale, dove dopo i discorsi è stata inaugurata una mostra iconografica, che racconta la storia della Famiglia Trivulzio, del Pio Albergo Trivulzio, di Maria Gaetana Agnesi, della Famiglia Frisia e dell’Istituto, nonché di Amici del Trivulzio e dei suoi progetti.

Il Presidente di Amici del Trivulzio ha avuto modo di ripercorrere insieme ad Alberto e Francesco Frisia e ad alcuni aneddoti raccontati con affetto sulla figura  paterna, la nascita dell’Istituto, dall’inaugurazione alla presenza del senatore Giovanni Spagnolli (ministro nei governi Moro e Leone, nonché Presidente del Senato) ai primi anni di vita dell’Istituto sotto la guida del primo direttore sanitario, dott. Enrico Bareggi (scomparso tre anni or sono; era presente però alla cerimonia, la figlia Maria Luisa). In vista della giornata dedicata al Frisia, Marco Zanobio ha avuto modo di acquisire notizie sull’Istituto sia dal dott. Sergio Ghidinelli sia dal dott. Elia Messa, che sono stati direttori sanitari e che ancora oggi ricordano con emozione l’opera prestata al Frisia.

Il Presidente di Amici del Trivulzio ha colto infine l’occasione per presentare all’Amministrazione Comunale di Merate il progetto Digital Trivulzio, già attivo all’interno del Pio Albergo Trivulzio, con la realizzazione di un’aula digitale dove tenere corsi di informatica per gli anziani, aprendo così la possibilità di replicare l’iniziativa anche nel Comune di Merate, coinvolgendo le associazioni e gli istituti scolastici locali, in modo da avvicinare la popolazione anziana ai nuovi strumenti informatici, in un più ampio progetto di alternanza scuola-lavoro.

La mattina è trascorsa velocemente, prima di trasferirsi presso l’Istituto Frisia, dove la Banda dei Martinitt ha allietato gli anziani ospiti con un concerto nel grande parco dell’Istituto, che ha visto l’attiva partecipazione di alcuni anziani, che hanno accompagnato - sotto la guida degli animatori - con il proprio canto la performance musicale. Gli ospiti, emozionati dalla presenza della Banda, hanno ringraziato per l’affetto dimostrato da tutti, auspicando che presto possa essere replicato un nuovo evento musicale. Il direttore generale dott Sileo, unitamente all’assessore regionale Bolognini e all’assessore Gargantini hanno voluto ricordare la figura di Filippo Frisia e rinnovare il grazie agli eredi del grande filantropo, che sono stati presenti insieme ai propri nipoti e bis-nipoti, che per la prima volta sono entrati nei palazzi, realizzati dal proprio avo in omaggio ai propri genitori Giuseppina e Costantino ed alla sorella Anita.

Il pomeriggio si è concluso a Montevecchia, dove nella piazza su cui si affaccia l’avita casa di Maria Gaetana Agnesi, si è tenuto un concerto della Banda dei Martinitt, con un repertorio vario di trasposizioni per banda do grandi classici, sotto la guida del Maestro Michele Fioroni. Dopo l’apertura con l’Inno di Mameli, si sono susseguiti brani di Monteverdi, di Handel, di Beethoven e di Vivaldi. Il prossimo concerto sarà nella storica Casa Verdi, la più grande opera mai realizzata, come disse il grande compositore, a Milano il 13 settembre.

A chiusura della giornata, la visita del palazzo Agnesi, oggi dimora privata, dove la matematica Maria Gaetana Agnesi ha vissuto e dove ancora oggi si possono ammirare alcuni antichi arredi, oltre ai luoghi ed alla camera dove era solita dormire e il grandioso giardino, proprio a ridosso del santuario dedicato a san Giovanni Battista, sul culmine di Montevecchia, a dominio dell’intera zona.

10 Settembre 2018 - Commenti disabilitati su Nonni e bambini: incontri 4.0 al Trivulzio

Nonni e bambini: incontri 4.0 al Trivulzio

Un campus per ragazzini dai 5 ai 10 anni, all’interno di un centro per anziani. A pochi passi dal centro di Milano. La settimana prima dell’inizio della scuola. Un campus che dedica un’intera mattina ai digital games. A cui partecipano anche una decina di nonni over 70. Insomma un incontro generazionale 4.0. Un bel progetto difficile da realizzare, si potrebbe pensare. E invece più che un progetto questa è la cronaca di una giornata, quella dello scorso 3 settembre, a suo modo unica. Perché quel "bel progetto" è diventato realtà.

Quel lunedì infatti il Pio Albergo Trivulzio, proprio nel quadro del campus estivo riservato ai figli dei dipendenti, a Milano ha ospitato il dojo di CoderDojo Arese nella grande sala di una delle sue Rsa, il “Bezzi 1”. I CoderDojo sono club gratuiti il cui obiettivo è l’insegnamento della programmazione informatica ai più piccoli (chi volesse maggiori dettagli può cliccare qui). L’appuntamento milanese è stato realizzato con il supporto di Informatici senza frontiere Lombardia.

Ma soprattutto con una squadra di special guest inattesi: una decina di nonni del Trivulzio (inseriti nel progetto Digital Trivulzio promosso dagli Amici del Trivulzio) e tre ragazzi dei Martinitt. Gli stessi Amici del Trivulzio hanno messo a disposizione dell’iniziativa una quartina di pc portatili con cui giovani e meno giovani si sono cimentati nell’ideazione e nella programmazione dei giochi digitali. «Si è trattava naturalmente di operazioni piuttosto semplici:  è stato un modo per favorire l’incontro fra generazioni così lontane, che credo abbia giovato a tutti», fa notare il presidente degli Amici, Marco Zanobio.  Pur non nascondendo qualche difficoltà («alcuni anziani hanno fatto fatica a sopportare la rumorosità dei ragazzi»), Zanobio è pronto a rilanciare: «Credo che questo sia stata un primo esperimento che ha fatto bene a tutti e che potrà senz'altro essere replicato».

3 Settembre 2018 - Commenti disabilitati su Arriva a Merate la mostra sui 250 anni del Trivulzio

Arriva a Merate la mostra sui 250 anni del Trivulzio

Sabato 8 settembre appuntamento a Merate, in provincia di Lecco, presso il Municipio (piazza degli Eroi 3). Si inaugura, infatti, alle 10.45 la mostra fotografica "250 anni di Trivulzio. Dall'Eredità del '700 al Welfare del Futuro". L'esposizione sarà l'ultima iniziativa del calendario delle celebrazioni per i 250 anni dalla morte del filantropico Principe Antonio Tolomeo Trivulzio, fondatore degli Istituti Milanesi Martinitt e Stelline e Pio Albergo, e sarà l'occasione per festeggiare anche i primi 50 anni dell'Istituto Giuseppina e Costantino Frisia di Merate.

Il progetto culturale ripercorre la storia dei due importanti Istituti – lo storico Pio Albergo Trivulzio di Milano e la Casa di Riposo Frisia, costola del Pio Albergo Trivulzio, e importante lascito della Famiglia Frisia a Merate. La rassegna, curata da Paolo Biscottini docente e direttore emerito del Museo Diocesano (qui l'intervista rilasciata al nostro sito), si terrà nell’atrio dell’Auditorium comunale e sarà visitabile sino al 6 ottobre.

I visitatori avranno l'opportunità di conoscere le tappe principali, i luoghi e le persone che hanno fatto la storia di ieri e di oggi del Pio Albergo Trivulzio. In questo percorso non potevano certo mancare gli Amici del Trivulzio a cui è stato dedicato uno specifico pannello della mostra.

In coda all'evento infine nel pomeriggio dell’8 settembre ci sarà inoltre un concerto della Banda de I Martinitt nella splendida cornice di Montevecchia

 

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27 Luglio 2018 - Commenti disabilitati su Digital Trivulzio: iscrizioni aperte per l’edizione settembre-dicembre 2018

Digital Trivulzio: iscrizioni aperte per l’edizione settembre-dicembre 2018

Riprenderanno a settembre i Corsi Digital Trivulzio presso Aula Digital del Pio Albergo: le lezioni sono aperte sia sia agli ospiti delle RSA del PAT sia per gli esperti over 65 e le badanti.
Al momento è confermato, come negli anni precedenti, il giovedì come giornata di lezioni (curate dagli esperti di Informatici Senza Frontiere) al mattino per i gli 65 e le badanti, mentre il pomeriggio è riservato agli interni.
In base al numero degli iscritti l'organizzazione è disponibile ad aggiungere altre giornate di lezioni durante la settimana.
Queste le modalità di iscrizione e i recapiti per chiedere informazioni:
  • chiamando lo 02.4029664 oppure il 340.4661880 a cui risponde Elena Capri, responsabile della segreteria degli Amici del Trivulzio
  • scrivendo a info@amicideltrivulzio.it
  • presentandosi all' Open day del 13 Settembre dalle ore 10.00 alle ore 13.00 presso Aula Digital del Pio Albergo Trivulzio
Il primo giorno di lezioni è stato fissato:
  • per gli ospiti il giorno 13 Settembre dalle ore 13.30 fino alle ore 16.30 e
  • per gli esterni over 65 e le badanti il giorno 20 Settembre dalle ore 9.00 alle ore 13.00.
Qui le 3 locandine del Corso che troverete nei siti Eureka!, CuraMI, WeMi e saranno esposte e distribuite presso gli uffici comunali di Zona 7
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25 Luglio 2018 - Commenti disabilitati su La nostra Rsa raccontata da dentro: nasce il Giornale del Fornari

La nostra Rsa raccontata da dentro: nasce il Giornale del Fornari

Non sarà il Corriere dalla Sera, ma nelle corsie del Fornari, una delle Rsa del Pio Albergo Trivulzio, l’attesa per l’uscita del secondo numero del Giornale del Fornari è molto alta. Del resto non poteva essere altrimenti considerato il successo dell’esordio: il primo numero uscito a luglio, stampato in un’ottantina di copie, è infatti andato letteralmente a ruba. E se la domanda supera l’offerta significa che il prodotto tira. Elementare Watson.

La free-press progettata all’interno della residenza per anziani che ospita 125 persone, è nata grazie a una fortunata triangolazione fra il Comitato Amici del Trivulzio, l’equipe socio-assistenziale della Rsa e l’intraprendenza di alcuni ospiti. Sotto l’egida dell’amministrazione del Trivulzio, naturalmente. “È così”, conferma la terapista occupazionale Silvia Zuccolin, che insieme all’educatrice Loretta Turri veste i panni del “direttore” del Giornale. “Una delle leve decisive”, continua, “è stato il corso Digital Trivulzio promosso dagli Amici che, oltre a mettere a disposizione le due postazioni digitali della redazione, hanno trasferito agli ospiti le competenze necessarie per mettersi davanti alla tastiera”. Ma come sa ogni buon direttore di giornale il successo o meno di una testata dipende in larga misura da chi si occupa della cucina delle pagine (nella fattispecie, otto per questa prima uscita). A raccogliere l’onere e l’onore è stato Francesco, un arzillo ultrasettantenne, che da un mese a questa parte trascrive in pagina i contributi che gli arrivano via mail dai collaboratori. Se Silvia e Loretta sono i direttori, lui di fatto è il caporedattore del Giornale del Fornari.

Alla base della filiera produttiva poi ci sono i redattori e i collaboratori. Una platea che rappresenta l’intera popolazione della Rsa: terapisti, ospiti, èquipe di assistenza, volontari, familiari, medici. Non a caso la parola che ricorre maggiormente nelle riflessioni dei due direttori è “comunità”. “Questo esperimento nasce proprio con l’idea di raccontare da dentro il vissuto, le opinioni, gli interessi della nostra comunità. Di chi fra queste mura passa l’intera giornata o comunque gran parte di essa”, spiega Silvia. Aggiunge Loretta: “Il senso è quello di rendere visibili e dare riconoscibilità a persone che spesso non riescono neppure ad alzarsi dal letto e a chi si prende cura di loro. Qui dentro c’è una comunità di persone che ha bisogno di rendersi visibile, che ha bisogno di uscire da queste stanze, magari non con le proprie gambe, ma almeno con i propri racconti, storie, sensazioni e sentimenti: il giornale assolve a questa funzione”. E, a giudicare dall’impatto del primo numero uscito a luglio (la testata viene distribuita all’interno del Fornari), l’obiettivo è stato centrato in pieno.

A firmare il primo editoriale della storia del Giornale del Fornari è stata la dottoressa Monica Gandelli, che ha concluso il suo intervento richiamando un vecchio adagio: “Da soli si cammina più veloce, ma insieme si va più lontano. Buon viaggio a tutti!”. Mentre a siglare il primo articolo di vita vissuta all’interno della Rsa, è stata la redattrice Cristina che dopo aver raccontato i primi difficili giorni in Rsa, conclude il suo pezzo con una svolta a 180 gradi: “Se mi avessero detto che era bello vivere in una Rsa non ci avrei creduto, ma adesso lo consiglierei perché c’è tanta umanità verso tutti”. La creatività del Fornari invece emerge dall’articolo firmato da un’altra redattrice: Sonia. Che attacca così il suo contributo: “Eccoci al Fornari!!! Con le amiche e gli amici sempre pronti ad impegnarsi in qualche attività creativa”. Infine Remo e Francesco curano le due rubriche fisse: l’Angolo della Poesia e l’Angolo delle Curiosità. Insomma otto pagine dense di vita e speranza. Tutte da leggere. Intanto però fervono i preparativi per la seconda uscita.

Silvia, Francesco e Loretta stanno già organizzando i contributi che saranno pubblicati sul numero di agosto. “È davvero sorprendente come il giornale abbia attivato tutti i nostri redattori, stanno arrivando un sacco di pezzi, saremo costretti ad aumentare la foliazione”, sorride Silvia. “Il giornale ha acceso il senso di appartenenza, oggi ci sentiamo davvero come una grande famiglia”, chiosa Loretta.

Una grande famiglia che si è messa nero su bianco.


In foto: Silvia, Loretta (di spalle) e Francesco

8 Luglio 2018 - Commenti disabilitati su Digital Trivulzio: chiusa l’edizione 17/18, si riparte a settembre (con tante novità)

Digital Trivulzio: chiusa l’edizione 17/18, si riparte a settembre (con tante novità)

Si ricomincia a settembre in versione large. Sulla base del successo che il progetto Digital Trivulzio ha fatto registrare nel 2017/2018, l’anno prossimo metteremo una marcia in  più, partendo da un punto fermo: i venti posti a disposizione degli ospiti interni al Pio Albergo e di due corsi (primo livello e livello avanzato per gli esterni over 65: nell’edizione appena chiusa hanno partecipato 31 persone). A cui si aggiungeranno alcune novità: un corso per badanti, un corso per la formazione del personale PAT e probabilmente un corso per Martinitt/Stelline (i corsi saranno distribuiti nel tempo). Il tutto sempre in collaborazione con Informatici Senza Frontiere.

Come ci si iscrive? Per gli interni l’iscrizione avviene tramite i servizi di terapia occupazionale ed è gratuita. Per gli esterni invece si passa tramite la segreteria di Amici del Trivulzio. Il costo è di circa 150/160 euro, per circa 20 ore di corso. I corsi saranno strutturati con una parte teorica, ma soprattutto con lezioni pratiche. Nella versione il progetto inoltre prevederà  una “caccia al tesoro interattiva” per le vie di Milano, con lo scopo di portare gli ospiti anziani a rivedere la città. L’idea è poi quella di costruire dei puzzle cercando i vari pezzi in internet. Probabilmente siterrà anche una giornata Digital con i ragazzi del campus Trivulzio all’interno della Rsa Bezzi nella prima settimana di settembre. Insomma le idee sono tante e il progetto cresce sia dal punto di vista della partecipazione, sia da quello della qualità dell’offerta.

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Intanto lo scorso 5 luglio oltre 20 partecipanti della scorsa edizione (gli “interni” sono stati presenti al gran completo) hanno riempito l’aula all’interno del Trivulzio per ritirare i diplomi e fare un bilancio di fine anno con, fra gli altri,  il direttore generale del Pat Claudio Sileo, il presidente degli Amici Marco Zanobio, il past president degli Amici Luigi Ferrari e il responsabile di Informatici Senza Frontiere Lombardia Pierlorenzo Castrovinci.


Nella foto di apertura la signora Flavia mostra il suo diploma appena consegnatole da Marco Zanobio e (in secondo piano) Pierlorenzo Castrovinci

27 Giugno 2018 - Commenti disabilitati su Lella Costa: Il Trivulzio? Un simbolo della rinascita di Milano

Lella Costa: Il Trivulzio? Un simbolo della rinascita di Milano

Nelle vesti di banditore d’asta non si era mai espressa nella sua carriera. Eppure il talento di Lella Costa è emerso anche in questo ruolo inedito messo in scena lo scorso 14 giugno in occasione della charity dinner a favore dei progetti degli Amici del Trivulzio.

Un sopralluogo qualche giorno prima e una rapida analisi degli oggetti in palio e la Costa, da attrice navigata, era pronta a salire sul palchetto allestito nella bellissima piazzetta Schuster all’interno del Pio Albergo Trivulzio. “Ho provato di essere il più leggera possibile, cercando di evitare l’effetto noia mortale, un rischio reale in occasioni come queste:  diciamo che qualche tecnica di cabaret mi è servita”.

Per esempio quando ha chiamato sul palco lo chef della serata, Davide Oldani, invitandolo a mettere all’asta anche la divisa che vestiva in quel momento: un coupe de theatre riuscito, (con il presidente degli Amici del Trivulzio, Marco Zanobio nei panni del  valletto, vedi foto), vista la reazione del pubblico e di Oldani stesso.

 

L’avevate preparato prima?
Assolutamente no. È un siparietto che ho improvvisato al momento e Oldani è stato bravissimo a venirmi dietro. Mi è sembrato davvero un bel tipo, civettone al punto giusto (sorride).

Quali sono i pezzi che hanno “tirato” di più?
Forse il quando che si è aggiudicato Luigi Ferrari, presidente onorario degli Amici, e un vaso inglese del 1920.

Che impressione le ha fatto entrare alla Baggina?
Una impressione eccezionale, davvero. Ci ero forse stata un’altra volta, diversi anni fa, ma ora è tutto cambiato. Mi ha dato l’idea di un posto vivace, dove succedono delle cose, un posto vivo. E credo che un grande merito vada alle attività promosse proprio dagli Amici del Trivulzio che consentono uno scambio continuo fra dentro e fuori. Penso per esempio al progetto Digital. Poi quello è un luogo storico di Milano, la cui parabola è emblematica.

In che senso?
Fino a pochi anni fa l’associazione Trivulzio-tangenti era quasi automatica. Oggi non è più così. Il Pio Albergo è cambiato tantissimo: è sinonimo di attenzione verso gli anziani e di innovazione. Ed è la stessa traiettoria seguita dalla città che oggi ha il coraggio di mettere in campo progetti di integrazione, penso ai migranti, ma non solo, assolutamente fuori dall’ordinario rispetto al resto del Paese che invece si mette sulle barricate. Io credo che il Trivulzio e gli Amici del Trivulzio nel loro piccolo (che tanto piccolo poi non è) stiano parte integrante di una città che sta ritrovando il ruolo di capitale morale del Paese. Una città che ci rende fieri di essere milanesi. Una città che mi dà anche la possibilità di riempire di senso la mia predisposizione al sociale, che mi ha sempre accompagnato fin dalle prime esperienze politiche degli anni della mia formazione.

16 Giugno 2018 - Commenti disabilitati su Parla chef Oldani: un piacere cucinare per gli Amici del Trivulzio

Parla chef Oldani: un piacere cucinare per gli Amici del Trivulzio

Dal governatore Attilio Fontana alla vice sindaco Anna Scavuzzo, dall'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera al suo omologo a Palazzo Marino, Pierfrancesco Majorino. E ancora i sindaci storici di Milano: Gabriele Albertini, Piero Borghini, Marco Formentini, Paolo Pillitteri. Insomma fra i 240 invitati alla charity dinner a sostegno dei progetti degli Amici del Trivulzio c’era una bella fetta della storia e del presente di Milano.  Gli invitati hanno anche partecipato a un'asta (magistralmente condotta da Lella Costa) in cui sono stati battuti diversi premi, come la maglia autografata del calciatore dell'Inter Mauro Icardi, due bottiglie magnum di Barolo e una visita esclusiva al Teatro alla Scala.

“Se negli anni passati Milano e il Trivulzio si sono forse allontanati l'una dall'altro, noi desideriamo ricreare quel legame” ha detto Marco Zanobio, presidente degli Amici, “Questa sera abbiamo voluto raccontare ai milanesi l'importanza delle nostre iniziative e la validità della nostra missione. Insieme si possono fare tante belle cose e crediamo che, dopo questa sera, Milano saprà continuare in quell'opera di fare bene e fare del bene, per stare vicino ogni giorno ai propri anziani”. “Non ci fermiamo qui”ha aggiunto Claudio Sileo, direttore generale del  Pio Albergo Trivulzio, “Il Trivulzio è entrato nella storia soprattutto perla sua tensione costante alla sperimentazione e all'innovazione”. A proposito di innovazione, fra le attrazioni principali della serata va sicuramente annoverato Davide Oldani lo chef stellato, che ha curato il menu. Lo abbiamo avvicinato, rubandogli qualche minuti fra un piatto e l’altro: "Un'intervista per gli Amici del Trivulzio? Certo per me è un piacere dare una mano a progetti del genere"

Come si scegli un menu per una charity dinner come questa?
Cena solidale o cena normale per me non ci sono grandi differenze. In entrambi i casi ci metto la medesima passione, che è la passione per il mio lavoro. I criteri sono quelli della stagionalità dei prodotti, che in questo caso sono stati forniti da Coop Lombardia che è sponsor della serata. Mi hanno portato i prodotti di stagione che avevo richiesto. Detto questo quando si costruisce un menu occorre tenere ben presente l’armonia. La stessa armonia che bisogna avere nella vita. Più uno è armonico, più riesce a vivere meglio, più riesce a relazionarsi con gli altri. Allo stesso modo: il menu più è armonico, meno è ripetitivo e meglio fa al fisico.

La sua cucina è associata al concetto di eticità. Cosa si intende nel concreto per “cucina etica”?
Significa avere il rispetto delle stagione. La base è questa. Un principio che ho ereditato dalla mia famiglia. In particolare da mia mamma. L’etica riferita al cibo in poche paro le vuol dire, per fare un esempio, usare il pomodoro in questa stagione perché è buono e costa meno. Ogni ingrediente merita rispetto, anche perché in questo modo si rispettano gli ospiti della cena.

Quella degli Amici è una cena dedicata agli anziani. Che rapporto ha lei col passare del tempo?
Io ormai ho quasi 51 anni. Mi madre che è una saggia donna di 87 anni dice: “L’uomo propone, Dio dispone”. Dopo i 50 anni ho incominciato a sentire mancare le energie che avevo prima. E ho iniziato a pensare a quale sarà la mia vita nei prossimi anni. Non sono spaventato, ma ci ragiono. E più ci ragiono, maggiore è il rispetto che ho verso gli anziani e le loro debolezze.

Le Rsa e gli ospedali sono luoghi dove, almeno nell’immaginario collettivo, la buona cucina non viene al primo posto: è per forza così o si può anche mangiar bene in contesti come questo?
Servono due ingredienti. La qualità dei prodotti, e per quello che ho visto mi pare che ci siamo, e poi l’entusiasmo. Stasera ho avuto modo di conoscere la donna chef che gestisce la cucina del Trivulzio e i ragazzi che lavorano con lei. Mi pare abbiano un’adrenalina bestiale. Mi sembrano persone che sanno come vivere bene la giornata, cucinando. E questo entusiasmo naturalmente si trasferisce anche nei piatti che propongono. In un contesto, bisogna dirlo, molto impegnativo non solo per l’età degli ospiti, ma anche per il loro numero.


In foto: Maurizio Carrara (presidente del consiglio di indirizzo del Pio Albergo Trivulzio), Claudio Sileo (direttore generale del Pio Alberto Trivulzio), chef Davide Oldani e Marco Zanobio (presidente degli Amici del Trivulzio)

1 Giugno 2018 - Commenti disabilitati su Tutti a cena per gli Amici. Cucina Oldani

Tutti a cena per gli Amici. Cucina Oldani

Antipasti: nocciole caramellate e salate; bignè, erborinato, composta di frutta e semi tostati; cubo di mela tonnata; morbido di pecorino, uvetta e avocado piccante; tartare di manzo, lime e mango
A seguire: vellutate di pomodorini, stracciatella, menta e noci cristallizzate
Primo: gnocchi soffiati e arrossiti, porto, lattuga e melone
Secondo: Stinco di maialino, timo e ciliegia
Per chiudere: mascarpone, biscotto al basilico e frutto della passione ghiacciato.

Chiudete gli occhi e immaginate che tutto questo ben di Dio sia cucinato da uno degli chef più noti al mondo come Davide Oldani. Il cuoco-designer conosciuto per aver reso pop e accessibile l’alta cucina.

Teneteli per un altro istante chiusi e pensate a quanto sarebbe ancora più buono se un menu stellato come questo facesse bene non solo ai palati dei fortunati degustatori, ma anche a un’organizzazione non profit che si occupa di far vivere meglio gli ospiti di un’istituzione storica come il Pio Albergo Trivulzio e gli anziani del suo quartiere.

Ora aprite gli occhi. Perché questo sogno il 14 giugno diventerà realtà. Oldani cucinerà davvero le sue prelibatezza. Che saranno serviti alla Charity dinner a favore degli Amici del Trivulzio. La cena solidale è stata organizzata in chiusura delle celebrazioni organizzate dal Pio Albergo Trivulzio in occasione dei 250 anni dal lascito del principe Antonio Tolomeo Trivulzio alla città di Milano.

L’appuntamento, che ha il sostegno di Coop Lombardia, si terrà come detto il giorno 14 giugno nella piazzetta Schuster all’interno del Pio Albergo Trivulzio (via Trivulzio 15) a partire dalle ore 20.

Nel corso della serata, aperta a tutti su prenotazione,  presentata da Lella Costa e accompagnata dalla musica della Banda dei Martinitt, sarà proposta anche un’asta benefica in cui verranno battuti oggetti autografati o esperienze uniche del mondo dello sport, dell’arte, della musica e della cultura.

L’intero ricavato dell’evento sarà devoluto ai progetti di Amici del Trivulzio Onlus volti a migliorare la qualità della vita nella terza età, come Adotta un nonno, che ha l’obiettivo di aiutare al loro domicilio cittadini milanesi anziani in condizioni di fragilità e solitudine, e Digital Trivulzio, che prevede l’attivazione di corsi di formazione o perfezionamento nell’uso del computer.


Info e prenotazioni: 02 465467467 | lunedì-venerdì | orari 10.00-13.00 / 14.00-17.00 info@aragorn.it


PS: i lettori più attenti avranno notato la mancanza della lista dei vini dal menu. Non è una dimenticanza, né una mancanza. Oldani non ha ancora sciolto la riserva. Pare voglia fare una sorpresa a tutti i donatori che parteciperanno. Di certo non mancherà di stupirci. Ci vediamo 14.