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24 Maggio 2018 - Commenti disabilitati su I gruppi di lettura del Trivulzio: così gli anziani riannodano i fili della memoria

I gruppi di lettura del Trivulzio: così gli anziani riannodano i fili della memoria

Dal 10 di maggio presso la Residenza sanitaria assistenziale Bezzi del Pio Albergo Trivulzio accade una cosa a suo modo straordinaria: un gruppo di otto  signore sui 90 anni si ritrova per leggere un testo e poi discuterlo, grazie al supporto di due lettori volontari e di una figura dello staff di Terapia occupazionale che già conosce gli ospiti.

Il progetto è stato ideato dal presidente onorario del comitato degli Amici del Trivulzio, Luigi Ferrari, e realizzato con la collaborazione del Pat, del settore Biblioteche del comune di Milano e della Fondazione Mondadori. Fino a dicembre i gruppi di lettura saranno due: il giovedì mattina dalle 10,30 alle 11,30 e il venerdì mattina dalle 11 alle 12.

«L’idea del progetto “lettura ad alta voce” mi è venuta ascoltando Farehneit, il programma di Radio Tre dedicato ai libri e alla lettura, programma in cui, oltre ad ascoltare con grande piacere libri letti da lettori e attori professionisti, si sente parlare di gruppi di lettura, di librerie, di presentazioni di nuovi libri, e anche di discussioni fra lettori di libri letti insieme», spiega Ferrari. Che aggiunge: «Anche se la realtà statistica ci dice che in Italia si legge poco, il tema dei libri risulta sempre motivante e affascinante, ed è così che ho pensato di proporre alla direzione e ai terapeuti del Pio Albergo Trivulzio , in via sperimentale, l’adozione di audiolibri per l’ascolto individuale degli ospiti della struttura e di letture in gruppo da parte di lettori  professionisti che collaborano con l’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Milano».

Vanna, 72 anni, fisioterapista in pensione è una dei tre lettori che ha partecipato al primo ciclo di lettura. «Dopo il corso di formazione del Comune sulla lettura ad alta voce ho chiesto di essere indirizzata a una struttura con la presenza di anziani, mi piaceva l’idea di confrontarmi con persone che hanno una storia alle spalle, piuttosto che con bambini che quella storia devono ancora costruirsela». Da qui la destinazione al Pat. «Per leggere ad alta voce in un contesto come questo occorre scandire bene le parole e interpretare il testo in modo da tenere alta l’attenzione di persone molto anziane».

Un altro “segreto” lo rivela una collega di Vanna, Ivana , 64 anni e alle spalle una carriera nel mondo delle pubbliche relazioni. Anche lei si formata con i corsi del Comune: «È fondamentale la comunicazione con verbale e il gioco di sguardi con cui, durante la lettura, interagiamo con gli ospiti».

Per l’esordio le due lettrici volontarie hanno scelto un testo di Italo Calvino, la Figlia del Re Sole. Un racconto però che si è rivelato non adatto alle ospiti del Pat. «Dobbiamo adattarci alle loro capacità cognitive: troppi personaggi e vicende troppo intricate, rischiano di distogliere l’attenzione» concordano Vanna e Ivana. Nelle prossime occasioni quindi saranno selezionati testi più semplici, ma anche meno fantasiosi. «Quello di cui hanno bisogno queste donne - e ce lo hanno chiesto anche in modo diretto – è di riconnettersi con la realtà per riannodare i fili della loro memoria, ma anche per essere informate di cosa succede fuori dalla Rsa», concludono le due volontarie.


In foto: Magda una delle lettrici volontarie all'opera presso l' Rsa Bezzi 1 B del Pio Albergo Trivulzio

12 Maggio 2018 - Commenti disabilitati su 5 per mille, cari milanesi fidatevi degli Amici

5 per mille, cari milanesi fidatevi degli Amici

Un vecchio adagio recita, “Gli amici sono quelli che ti aiutano a rialzarti, quando le altre persone neanche sapevano che eri caduto”. Gli Amici del Trivulzio sono un po’ così, dall’11 aprile 2016 hanno scelto di accendere le luci dentro un luogo storico di Milano, il Pio Albergo, per capire come rendere migliore la vita a chi lì dentro passa l’intera giornata o gran parte di essa. E allora cari milanesi, cari amici degli Amici, in tempi di dichiarazione dei redditi non è difficile mettere a fuoco 5 ottimi motivi per destinare (senza alcun costo aggiuntivo, ben inteso) il 5 per mille dell’Irpef al comitato degli Amici del Trivulzio Onlus.

 

  1. Gli Amici operano all’interno del Pio Albergo Trivulzio, una sorta di cittadella del welfare milanese con i suoi 70mila metri quadrati, 1.400 ospiti e 1.500 addetti. Rendere le loro giornate migliori significa fare un servizio alla città
  2. Digital Trivulzio è il progetto di formazione digitale di chi finora hanno giù usufruito 80 persone fra utenti interni e anziani del territorio. Con maggiori risorse saremmo in grado di organizzare più corsi così come ci è stato richiesto
  3. Adotta un Nonno è invece un progetto di assistenza domiciliare personalizzata ai cittadini milanesi anziani. In questa prima fase pilota siamo riusciti a supportare dieci anziani. Col tuo aiuto potremmo fare molto di più
  4. Lettura ad alta voce per gli ospiti della Rsa. Si tratta dell’ultimo progetto lanciato dagli Amici (ne parleremo prossimamente su questo sito) che offre a 8 utenti della Residenza sanitaria assistenziale del Pio Albergo la possibilità di assistere ogni settimana a 30 minuti di condivisione di un brano di un testo (la lettura è affidata a due lettori volontari) a cui seguono 20 minuti di dialogo e scambio di opinioni. Non sarebbe bello potere moltiplicare almeno per 2 il numero dei partecipanti? Per questo ci serve il tuo 5 per mille
  5. Sostenere le attività degli Amici significa sostenere un progetto innovativo di integrazione fra un grande e storico istituto pubblico e una piccola realtà non profit, che potrebbe essere d’esempio per altre realtà milanesi e non solo.

 

A questo punto quando farete la dichiarazione del redditi non rimane che firmare nel riquadro "Sostegno del Volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale" e scrivi il nostro Codice Fiscale: 97748610157

5 Maggio 2018 - Commenti disabilitati su Anziani, servono sempre più servizi integrati: il modello di Adotta un Nonno

Anziani, servono sempre più servizi integrati: il modello di Adotta un Nonno

In Lombardia le famiglie sempre di più tendono a ritardare per quanto possibile il ricovero degli anziani nelle case di riposo. Questo, come nota l’ ultimo report dell’Osservatorio sulle Rsa dell’Università Carlo Cattaneo (Liuc) e guidato da Antonio Sebastiano, ha accorciato le liste d’attesa (nel 2010, dal giorno della richiesta al ricovero del proprio familiare trascorrevano in media 7 mesi, oggi bastano 98 giorni). “Nei prossimi anni i margini di apporto della famiglia all’assistenza in caso di non autosufficienza sono destinati a ridursi, sia dal punto di vista della partecipazione come caregiver, sia da quello del sostegno economico. Il motivo? L’invecchiamento della popolazione unito alla riduzione della dimensione media della famiglia, alla contrazione delle nascite, al prolungamento dell’intervallo tra matrimonio e i figli, ai cambiamenti nello stile di vita, all’incremento del tasso dei divorzi ed alla maggiore partecipazione femminile al mondo del lavoro.”, ha spiegato Sebastiano in un virgolettato riportato dal Corriere della Sera, “Tutti fattori che sono destinati a rivoluzionare nuovamente il sistema di welfare”.

Sebastiano non ha dubbi: “Tutte le analisi condotte a livello italiano e da parte di centri studi di altri Paesi dell’Ocse, concordano sul fatto che la domanda di assistenza per gli anziani non autosufficienti aumenterà e contestualmente diminuirà la possibilità delle famiglie di offrire le cure al loro interno. Per questo motivo, come già sta avvenendo, le Rsa devono diversificare sempre di più il proprio sistema di offerta, sia con l’erogazione di servizi personalizzati a domicilio, sia con un’offerta residenziale diurna”.

In questa cornice assume grande rilevanza nel contesto delle attività del Trivulzio il progetto “Adotta un nonno” promosso dagli Amici del Trivulzio in collaborazione con la cooperativa sociale Eureka! L’iniziativa si compone di due linee di intervento. IncontraMi, che prevede la presa in carico di un anziano con visita a domicilio o in reparto e AccompagnaMi, che invece offre un accompagnamento agli anziani che hanno difficoltà a gestire appuntamenti o commissioni.

Oggi sostenere Adotta un nonno, non costa nulla:  basta destinare in sede di dichiarazione dei redditi il 5 per mille dell’irpef al Comitato Amici del Trivulzio.

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16 Aprile 2018 - Commenti disabilitati su Anziani & non solo: il Trivulzio e i suoi Amici vi aspettano per una due giorni di visite gratis

Anziani & non solo: il Trivulzio e i suoi Amici vi aspettano per una due giorni di visite gratis

Tre in uno: un check up medico qualificato e gratuito, la possibilità di conoscere il comitato degli Amici del Trivulzio e la visita della mostra a cielo aperto che in via Dante ripercorre i 250 dalla nascita del Pio Albergo.

Dopo l’edizione di febbraio in piazza Lombardia, venerdì 20 e sabato 21 dalle 11 alle 19 in piazza Cairoli angolo via Dante, il Trivulzio torna ad incontrare i cittadini per mettere al loro servizio la sua esperienza di cura e assistenza. E con gli specialisti ci saranno anche i volontari degli Amici del Trivulzio che racconteranno due progetti innovativi a favore degli anziani del Trivulzio, ma non solo: Adotta un nonno e Digital Trivulzio.

Questo il programma delle due giorni di salute, solidarietà e arte: Il programma dei due giorni prevede:

Cura e prevenzione delle malattie metaboliche. Per sensibilizzare i cittadini ad una corretta alimentazione verrà mostrata la piramide degli alimenti, verrà misurata la massa corporea e sarà possibile rispondere in tempo reale ad un simpatico test per verificare conoscenze e falsi miti. Si farà anche la prova gratuita della glicemia e si discuterà di diabete.

Cura e prevenzione dei disturbi ortopedici. I fisiatri del Trivulzio racconteranno come fare movimento, con poca fatica ma con costanza, per mantenere un corpo attivo. I fisioterapisti mostreranno i segreti della respirazione corretta e come correggere le cattive abitudini. Inoltre gli ortopedici daranno preziosi consigli su come riconoscere l’avanzare dell’artrosi.

Salute del cuore. Anche in questo caso bisogna fare attenzione ad una corretta alimentazione, ma non solo. L’abitudine del fumo è nemica del nostro cuore. Insieme all’inquinamento può incidere in modo serio sulle nostre capacità respiratorie. I cardiologi e i pneumologi del Trivulzio risponderanno alle domande dei cittadini sulla prevenzione mentre provano la pressione, misurano il colesterolo e la frequenza cardiaca.

Benessere dell’intestino per tutti, anche per gli anziani. Gastroenterologi e geriatri illustreranno le buone pratiche che incidono positivamente sulle abitudini quotidiane degli uomini e delle donne più mature, anche quando a fare la differenza sono un deficit cognitivo o la cura di un dolore cronico.

15 Aprile 2018 - Commenti disabilitati su Marco Zanobio nuovo presidente degli Amici del Trivulzio

Marco Zanobio nuovo presidente degli Amici del Trivulzio

Passaggio di consegne al timone del Comitato degli Amici del Trivulzio. Il presidente Luigi Ferrari (nella foto qui in basso) in occasione del recente Consiglio di amministrazione del 6 aprile ha rimesso il mandato proponendo l’avvicendamento con il vicepresidente Marco Zanobio, che ha accettato con decorrenza immediata. Ferrari ha guidato il Comitato negli ultimi due anni.

Lo stesso Consiglio ha chiesto a Ferrari di assumere la carica di Presidente onorario. “Proposta che mi onora, della quale ringrazio i Consiglieri,  e che accolgo con grande piacere: ricordo che il presente Consiglio resterà in carica fino all’aprile 2019, e vi sono molte attività da portare avanti in questo terzo anno di mandato per rafforzare la nostra azione, i nostri progetti, la raccolta fondi e la già significativa sinergia con il Pio Albergo Trivulzio”, ha replicato Ferrari. Che poi ha chiosato ringraziando i Soci “per l’entusiasmo, l’impegno e la simpatia personale che mi avete dimostrato: grazie a tutto questo, siamo riusciti a realizzare, in soli due anni e partendo da zero,  una presenza di Amici del Trivulzio conosciuta e riconosciuta all’interno e all’esterno della struttura, attrezzata per raggiungere ulteriori traguardi, in linea con la nostra missione di essere vicini alle persone anziane e fragili”.

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Nel suo primo messaggio anche il neopresidente (nella foto di apertura: classe 1964, sposato, laurea in Economia, collaboratore dell'Università Cattolica di Milano e una grande passione per "Milano, i viaggi, la fotografia e la montagna") ha tenuto in primis a ringraziare il suo predecessore: “Diversi sono le ragioni che mi portano a dire, grazie Luigi: in primo luogo perché Luigi è stato promotore del Comitato e ha contribuito - con il suo ruolo di presidente - alla nascita di due grandi progetti quali Digital Trivulzio e Adotta un Nonno; in secondo luogo per avermi accolto nel Comitato, riponendo fiducia nella mia persona e proponendo la mia candidatura a nuovo presidente; in terzo luogo per saperlo al mio fianco quale presidente onorario, pronto a proseguire nelle iniziative che sapientemente ha fatto nascere e che ora tutti insieme noi dobbiamo far crescere”.

Zanobio si è poi rivolto al Cda: “Il mio secondo grazie va a tutti i componenti il Consiglio che mi hanno dato fiducia, nominandomi presidente del Comitato. Un grazie sincero, di cuore,: questo ruolo per me rappresenta un ulteriore legame con il Pio Albergo Trivulzio, istituzione a me molto cara per la storia della mia famiglia”.

Quindi “un grazie a tutti gli Amici, che hanno scelto di condividere il cammino del Comitato, pur sapendo le difficoltà che ciò può comportare. La nostra prossima assemblea spero possa essere occasione di incontro e confronto per raccogliere spunti e idee da tutti Voi e per verificare insieme quali possano essere i prossimi passi da compiere per rafforzare i progetti in cantiere e continuare a valorizzare il Pio Albergo Trivulzio, che da 250 anni rappresenta per Milano un punto di riferimento”.

Un grazie infine "a tutti quanti sono ogni giorno in prima linea al Trivulzio, dedicando tempo, con sacrificio attraverso ogni possibile sforzo per fare sì che il Trivulzio continui a migliorare e ad essere sempre presente nell’assistenza agli anziani e nel supportare i bisogni di chi soffre. Il Trivulzio è stato pioniere 250 anni fa, in ogni momento ha saputo capire ed anticipare le esigenze di Milano, ma lo è ancora di più oggi e questo proprio grazie a quanti sono alla guida dell’Istituto, che si muovono sapendo di poter contare su collaboratori validi e animati da una passione non comune".


Per chiunque volesse sostenere il Comitato degli Amici è possibile farlo attraverso la dichiarazione dei redditi (senza alcun costo per il contribuente) attraverso il 5 per mille. Basta una semplice firma nella casella "Sostegno al volontariato e alle Onlus" inserendo  il codice fiscale numero: 97748610197

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9 Aprile 2018 - Commenti disabilitati su Anziani, il futuro è l’assistenza in rete

Anziani, il futuro è l’assistenza in rete

L’Italia è il Paese europeo in cui si vive più a lungo: gli abitanti centenari sono circa 17.000 – erano solo 51 nel 1922; si stima che saranno 157.000 tra 30 anni –; eppure il tema della vecchiaia rimane tra quelli più silenti e dimenticati dall’agenda politica. Parte da questa considerazione un recente focus su “Anziani e politiche sociali” pubblicato a firma di Francesco Occhetta sul numero del 3 marzo scorso de “La Civiltà Cattolica”, la storica rivista dei gesuiti, molto apprezzata da papa Bergoglio.

I dati non lasciano spazio a interpretazioni: in Italia le persone con più di 65 anni (che segnano la soglia dell’età anziana) sono 13,5 milioni: 1,8 milioni in più rispetto al 2007. In questi ultimi 10 anni, la popolazione con più di 80 anni è aumentata di 1,1 milioni, mentre la speranza di vita è di 80 anni per gli uomini e di 86 anni per le donne. L’Italia, insieme al Giappone, è il Paese più anziano del mondo; tra le dieci città europee più longeve, sette sono italiane. «È, questa, l’immagine di un Paese con uno scheletro resistente e una muscolatura debole, che porta a chiederci se le politiche sociali e il sistema sanitario siano adeguati a trasformare l’emergenza in un progetto politico di largo respiro», ragiona Occhetta.

Altri numeri: « Gli anziani non autosufficienti in Italia sono circa due milioni e mezzo: è la soglia dei 75 anni a creare il paziente complesso, che soffre di un insieme di patologie, come, per esempio, l’ipertensione, il diabete e la cardiopatia». Secondo Roberto Bernabei, ordinario di medicina interna e geriatria, di fronte alla multi-morbilità «occorre ripensare un modello in cui il medico di medicina generale e il pronto soccorso non debbano gestire situazioni difensive. Bisogna invece sviluppare nel territorio soluzioni diverse, come l’assistenza domiciliare. Ci chiediamo: perché non pensare a una rete di pronto soccorso ad hoc per anziani? L’ostacolo maggiore rimane la gestione della Sanità, che continua a essere disomogenea da una Regione all’altra: gli investimenti oscillano, infatti, tra il 4,8% delle risorse dell’Emilia Romagna e lo 0,7% del Lazio».

 

La crisi, poi ha acuito il bisogno e reso più impellente la necessità di progettare nuovi modelli di intervento. Ricorda Occhetta:  «Nel 2017 il fondo per le politiche sociali ha perso 211 dei 311,58 milioni stanziati nell’ottobre 2016, mentre quello per le non autosufficienze è stato ridimensionato a 450 milioni, rispetto ai 500 previsti. I media non ne parlano, i familiari – già molto provati – mancano di un coordinamento, e così pure le istituzioni, dalla gestione dell’emergenza a progetti sostenibili di lungo periodo. Rimane poi un dato incontrovertibile: «La dichiarazione dei redditi 2016 evidenzia che oltre il 70% degli anziani ha un reddito complessivo inferiore a 14.600 euro netti. Una badante in regola ha un costo medio di circa 15.000 euro l’anno. Per molti, è un lusso». Non che le cose vadano meglio sul fronte residenzialità: «Le strutture private costano dai tre ai quattromila euro al mese; quelle pubbliche, in cui la quota a carico dell’assistito è di circa la metà, hanno invece il problema dell’accesso».

Quale strada prendere di fronte a questo scenario? Per la Civiltà Cattolica «la via da percorrere ha una direzione unica: creare rete nel territorio tra pubblico, privato sociale, privato convenzionato, imprese sociali del Terzo settore, volontariato competente. Molte esperienze campione, sparse a macchia di leopardo, potrebbero aprire strade nuove. Come quella del Centro Civitas Vitae di Padova, una delle più grandi strutture sociosanitarie di servizi integrati in Europa, che si sviluppa su un’area di 120.000 metri quadri, sulla base di diverse strutture, collegate tra loro da una rete di gallerie sotterranee. La struttura ha all’incirca 1.000 posti letto e 600 operatori . Esiste anche l’esperienza dei condomini solidali di Torino, Imola e Samarate (Va), o delle Case di Giorno per anziani, pensate negli anni Ottanta da Mariella Enoc e da don Aldo Mercoli. Non più case di riposo che diventano parcheggi senza speranza, ma nuovi luoghi e “spazi relazionali” che si stanno progressivamente diffondendo».


In foto: il progetto "Adotta un nonno" promosso dagli Amici del Trivulzio con la cooperativa sociale Eureka!

 

30 Marzo 2018 - Commenti disabilitati su Miracoli digitali al Trivulzio

Miracoli digitali al Trivulzio

Il primo ad arrivate è Cesare. Di cognome si chiama Verdoia, ha 74 anni e vive a poche centinaia di metri dal Pio Albergo Trivulzio in direzione centro. Una decina di minuti a piedi ed eccolo al PAT. Entra e si dirige verso gli uffici del comitato degli Amici del Trivulzio. È giovedì mattina e oggi c’è lezione. Lezione di informatica, per la precisione. Cosa c’entri l’informatica col Pio Albergo, lo spiega Pierlorenzo Castrovinci, coordinatore regionale per la Lombardia di Informatici Senza Frontiere, l’associazione che insieme agli Amici ha ideato e gestisce il progetto “Digital Trivulzio”, un’iniziativa ad alto tasso innovativo, giunta alla seconda edizione, nell’ambito del macro-progetto “Trivulzio: un Luogo di Vita”.

«Il progetto prevede la realizzazione di opere strutturali, culturali e formative tali da permettere progressivamente l’utilizzo di Internet a tutti gli ospiti del Trivulzio, ai parenti e ai visitatori, inclusi gli anziani del quartiere come nel caso di Cesare», spiega Castrovinci, «Obiettivo: migliorare le possibilità di partecipazione alla vita attiva, favorendo lo scambio intergenerazionale, creando occasioni di incontro con la cittadinanza ed eliminando il digital divide attualmente diffuso fra gli anziani presenti nella struttura».

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Il percorso è stato avviato nel giugno del 2016 ed è strutturato in 9 step. «Oggi siamo arrivati allo scalino numero 4, l’avvio dei corsi di alfabetizzazione informatica, grazie alla donazione di 20 computer da parte di Unicredit Foundation e alla realizzazione a cura del Servizio Tecnico del Trivulzio di un’aula informatica accessibile a carrozzine per anziani… interna al PAT e posizionata proprio a fianco dell’ufficio degli Amici», aggiunge l’esperto di Informatici Senza Frontiere.

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I corsi si sviluppano su due livelli, base ed avanzato, a cui, come detto, possono aderire sia gli ospiti del Trivulzio sia gli anziani della zona. Il giovedì mattina dalle 10 è in programma la lezione (il ciclo ne prevede 16 da un’ora e mezza) per gli esterni. «Facevo l’ortopedico e sono in pensione da un paio d’anni, ma sono molto interessato a tenermi aggiornato anche sulle nuove tecnologie», spiega Cesare, «così quando un mio amico che lavorava all’IBM mi ha segnalato “Digital Trivulzio” mi sono iscritto. E devo dire che ho fatto proprio bene». Ogni partecipante esterno versa 10 euro a lezione (per informazioni e iscrizioni contattare Elena Capri - in foto qui in basso- a questi numeri 02 402 9664 oppure 340-4661880). L’intero ammontare degli introiti viene destinato alle attività non profit degli Amici del Trivulzio e di Informatici Senza Frontiere.

 

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«In particolare», interviene ancora Cesare, «mi interessa conoscere i sistemi di archiviazione on line, specie per le foto e a utilizzare come si deve l’home banking. Applicazioni come Facebook e Whatsapp invece per me non sono essenziali». Nel frattempo ci ha raggiunto anche Silvano Ciceri. Lui ha qualche anno in meno di Cesare, 71, e abita sempre nel quartiere, ma un po’ più in periferia: «Sono anch’io in pensione, lavoravo in amministrazione in un’azienda elettronica, ho conosciuto questo corso grazie a WeMi e anche per me è fondamentale impratichirmi con i servizi bancari on line».

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Ma Digital Trivulzio non è solo un luogo di formazione, è anche un ponte fra il dentro e il fuori del Trivulzio e uno spazio di socializzazione per gli abitanti over 60 della zona. «In effetti», raccontano Cesare e Silvano, «prima di incontrarci qui al Trivulzio non ci conoscevamo, oggi invece questo è diventato quasi un appuntamento per passare qualche ora con nuovi amici e con le ragazze». Le ragazze? «Sì, proprio così le “ragazze”,», conferma Cesare, «sono le nostre compagne di corso e sono in maggioranza: sei. Noi maschietti invece siamo in quattro. Per le nonne sapere usare telefonini, tablet e computer è fondamentale soprattutto nel rapporto coi i nipotini». E i nonni? «Sì, sì, è importante anche per noi, ma loro passano più tempo coi bambini», sorride Cesare.

Finita la chiacchierata è ora di iniziare la lezione. Castrovinci e la sua collega Monica Affer sono pronti (in tutto sono 11 gli insegnanti/volontari che si alternano sul progetto). La tutor anche. Oggi si incomincia da photoshop e dal trattamento delle foto digitali. «Quindi se imparo come si fa, mi posso fare più bella?», interviene una delle ragazze. «Certo!», rispondono i formatori. Miracoli digitali al Trivulzio.

Nella foto di apertura : Gli studenti Silvano Ciceri (a sx)  e Cesare Verdoia (a dx) con al centro l'insegnante Pierlorenzo Castrovinci

21 Marzo 2018 - Commenti disabilitati su Appuntamento al Trivulzio per il Forum delle Politiche Sociali di Milano

Appuntamento al Trivulzio per il Forum delle Politiche Sociali di Milano

Si apre il  22 marzo il settimo Forum delle politiche sociali del comune di Milano sotto il titolo “Tutta la Milano possibile”. La serie di eventi e confronti fra istituzioni, Terzo settore, operatori e cittadini sui principali temi del sociale si chiuderà martedì 27 marzo.

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Nel corso della settimana, l’appuntamento si svilupperà con oltre 160 relatori e 55 incontri distribuiti in tutta la città: dalla casa dei Diritti di via De Amicis alla Triennale di viale Alemagna, dal tour culturale all’interno degli spazi WeMi agli incontri a Palazzo Reale, dai sopralluoghi nel quartiere Adriano a quelli al Corvetto fino al Pio Albergo Trivulzio.

 

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Venerdì 23 marzo infatti presso lo spazio CuraMi all’interno  gestito dalla cooperativa sociale Eureka! della struttura di via Trivulzio 15 in collaborazione con il comitato degli Amici del Trivulzio dalle 15 alle 16,30 si terrà alla presenza dell’assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino l’evento “Lettura con un volontario”. Un’attrice professionista in qualità di volontaria leggerà infatti il monologo “Lei dunque capirà” di Claudio Magris. La lettura, totalmente gratuita e rivolta agli anziani (non solo quindi agli ospiti del Pat)  durerà circa un’ora, al termine della quale sarà offerta a tutti gli intervenuti una merenda.

12 Marzo 2018 - Commenti disabilitati su Il Trivulzio in via Dante, ecco il pannello degli Amici

Il Trivulzio in via Dante, ecco il pannello degli Amici

È stata inaugurata ieri la mostra "250 anni di Trivulzio. Dall’Eredità del ‘700 al Welfare del Futuro" curata da Paolo Biscottini che rimarrà aperta al pubblico fino al 6 aprile. I visitatori di via Dante, fra i 30 pannelli dell'esposizione hanno l'opportunità di vedere anche quello dedicato al comitato degli Amici del Trivulzio. Le  immagini scelte dal curatore fotografano momenti dei due maggiori progetti ideati dagli Amici: "Adotta un nonno" e "Digital Trivulzio". Guido, nella foto grande, è una delle persone assistite nell'ambito della prima iniziativa ed è rappresentato nella sua abitazione milanese insieme a un'operatrice, Gabriela. Nella seconda immagine invece un momento delle lezioni "di computer" gestite da Informatici senza Frontiere.

Questa infine il testo di accompagnamento, che dà conto ai visitatori dell'attività degli Amici: Amici del Trivulzio Onlus nasce l’11 aprile 2016, grazie all’iniziativa di un gruppo di persone motivate dall’antico sogno del principe Antonio Tolomeo Trivulzio di creare una casa per le persone anziane, fragili e svantaggiate. In linea con la mission del Pio Albergo Trivulzio, l’obiettivo è stare al  fianco degli ospiti della struttura, sostenerli con le attività e intercettare i bisogni sociali delle famiglie sul territorio.

I progetti, in sinergia con i medici e i servizi del Pio Albergo Trivulzio e con altre organizzazioni Onlus, sono pensati sia per migliorare il benessere complessivo degli ospiti della struttura sia per o offrire risposte concrete ai bisogni sociali e assistenziali delle tante persone svantaggiate, per età o malattia, che vivono nelle loro case senza la possibilità di accedere a forme di assistenza pubblica o privata". 

 

7 Marzo 2018 - Commenti disabilitati su Domenica 11 l’inaugurazione della mostra per i 250 anni del Trivulzio

Domenica 11 l’inaugurazione della mostra per i 250 anni del Trivulzio

Nell’ambito delle iniziative previste per le celebrazioni dei 250 anni dalla morte del Principe Trivulzio, gli Istituti Milanesi Martinitt e Stelline e Pio Albergo Trivulzio presentano la mostra 250 anni di Trivulzio. Dall’Eredità del ‘700 al Welfare del Futuro. Aperta al pubblico dal 6 Marzo al 30 Aprile 2018, verrà inaugurata ufficialmente da una festa musicale in programma per domenica 11 marzo, dalle ore 11.00, con la Banda de I Martinitt.

Allestita nella centrale via Dante, accessibile ai cittadini milanesi e italiani tanto quanto agli stranieri, racconta l’evoluzione del gesto filantropico del Principe Antonio Tolomeo Trivulzio. Dal momento in cui decise che, alla sua morte, il suo palazzo in contrada della Signora sarebbe diventato la casa dei poveri indigenti della Città, fino all’inaugurazione della nuova sede sulla via per Baggio, capace di ospitare più di mille persone. Dall’unificazione con altre due storiche istituzioni, Martinitt e Stelline, che hanno educato nomi illustri come Angelo Rizzoli, Edoardo Bianchi e Leonardo Del Vecchio, fino alle produzioni agricole delle terre del Trivulzio, che si estendono per 1.700 ettari nella bassa Lombardia.

Il Trivulzio, pur avendo attraversato negli ultimi decenni bufere giudiziarie che hanno creato problemi nel suo rapporto con la città, è comunque sempre stato un passo avanti rispetto all’evoluzione della cura degli anziani. Oggi, ripristinate legalità e trasparenza, si ripropone all’attenzione dei cittadini come protagonista di un moderno welfare sostenuto congiuntamente dall’iniziativa pubblica e dalla generosità privata . I pannelli ripercorrono i primi due secoli di assistenza e cura del Trivulzio e colgono le sfide del futuro. Con le sue tre residenze per anziani, a Milano e in Lombardia, le 80.000 prestazioni ambulatoriali, gli 11.000 interventi a domicilio e quasi un centinaio di collaborazioni con il territorio, tra università e organizzazioni di vario tipo, e il primo progetto sperimentale di “primo intervento geriatrico” per la popolazione anziana,  Il Pio Albergo rappresenta la soluzione che le amministrazioni cercano per un nuovo welfare di cui ha bisogno una società complessa come la nostra.

Sono serviti diversi anni e altrettante menti illustri: come quella di Maria Teresa d’Austria, che diede il suo parere favorevole all’idea di una casa per i poveri dell’amico Principe Trivulzio; e come quella di Gaetana Agnesi, che nel ‘700 divenne famosa in tutta Europa per le sue attività di ricerca nel campo della matematica e che proprio al Pio Albergo fu la prima direttrice e visitatrice delle donne.

Sono numerosi anche i benefattori che nel tempo hanno sostenuto il Trivulzio, tradizione ancora viva che oggi è possibile esprimere attraverso il Comitato Amici del Trivulzio  promotore, per esempio, dei corsi per l’utilizzo di computer, internet e app per i nonni 2.0 (a cui sono dedicati due pannelli dell'esposizione) . 

Il lavoro di curatela è stato affidato a Paolo Biscottini, docente e direttore emerito del Museo Diocesano che nei giorni scorsi ha rilasciato un'intervista al nostro sito spiegando il senso della mostra e il percorso artistico che ha seguito.