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1 Settembre 2021 - Commenti disabilitati su Digital Trivulzio: a settembre tornano le lezioni on-line di informatica per gli over 65

Digital Trivulzio: a settembre tornano le lezioni on-line di informatica per gli over 65

Hai 65 anni o più, o conosci qualcuno in questa fascia di età interessato a prendere dimestichezza con le nuove tecnologie o a migliorare le proprie competenze? Digital Trivulzio è l’occasione che fa al caso tuo: un corso via web aperto a tutti gli anziani della città di Milano e non solo. L’iniziativa è promossa dalla Fondazione Amici del Trivulzio in collaborazione con Informatici Senza Frontiere, con il patrocinio di Municipio 7 – Comune di Milano.

Le lezioni online di informatica saranno tenute nella giornata di giovedì in due sessioni: dalle 10.00 alle 13.00 il corso "Avanzato" e dalle 16.00 alle 18.00 il corso "Base", oltre a un corso di “Microsoft Office”, in fase di definizione.

Volete saperne di più? Si inizia il 9 settembre alle ore 10.30 con l’Open Day Online per fornire maggiori informazioni e le risposte a eventuali dubbi. Per partecipare all’Open Day è necessario inviare una mail a info@amicideltrivulzio.it oppure telefonare in segreteria (dalle ore 9.00 alle ore 13.00) al numero 340.4661880.

I Corsi partiranno da giovedì 23 settembre per terminare a metà dicembre. Per partecipare basta avere una connessione web (meglio wi-fi), un dispositivo di supporto (pc, mac, tablet…) e una casella di posta elettronica.

La modalità on line consente di accogliere tutte le iscrizioni (gli organizzatori hanno già previsto, in caso di necessità, di poter replicare i corsi del giovedì anche in un altro giorno della settimana).

La partecipazione ai Corsi di informatica comporta il versamento di un piccolo contributo in favore di Amici del Trivulzio Onlus; la donazione sarà destinata a finalità sociali in aiuto di anziani e persone fragili e sarà deducibile/detraibile fiscalmente. Per ogni donazione naturalmente sarà rilasciata specifica ricevuta.

Vi aspettiamo!

18 Marzo 2021 - Commenti disabilitati su Gli Amici del Trivulzio, il Covid e la staffetta partigiana

Gli Amici del Trivulzio, il Covid e la staffetta partigiana

Nella prima Giornata nazionale in memoria delle Vittime del Covid, il 18 marzo, presso il Pio Albergo Trivulzio, è stata vaccinata la signora Laura Wronowski, 97 anni, staffetta partigiana. Tutto ciò è stato possibile grazie alla disponibilità della direzione del Pio Albergo Trivulzio e degli operatori dell’Istituto, che hanno accolto la richiesta avanzata dalla fondazione da Amici del Trivulzio.

“Leggendo la notizia apparsa su La Repubblica martedì scorso, in cui veniva segnalata la situazione della signora Laura che - dopo un mese dalla prenotazione - non aveva avuto ancora alcuna risposta” racconta Marco Zanobio, presidente di Fondazione Amici del Trivulzio, “ho desiderato verificare se per il Pio Albergo Trivulzio fosse possibile prendere in carico la signora e procedere alla sua vaccinazione”. Avuto il via libera del Trivulzio, risultando la signora Laura nell’elenco delle persone da sottoporre a vaccinazione, continua Zanobio, “insieme a Barbara Caimi, responsabile dell’unità vaccinale del Trivulzio, abbiamo chiamato il figlio della signora Wronowski per comunicare la bella notizia e, verificate le disponibilità, fissare l’appuntamento per la prima inoculazione del vaccino avvenuta proprio oggi”. “Che tutto ciò sia successo proprio nel giorno della ricorrenza dei 160 anni dall’Unità d’Italia, credo sia un gesto di profonda riconoscenza verso la signora Laura, una persona straordinaria, come mi ha scritto Roberto Cenati, presidente dell’Anpi provinciale di Milano, per ringraziarmi per il bellissimo gesto”. “Un dono”, aggiunge Zanobio, “in segno di gratitudine per la sua lunga vita dedicata alla nostra libertà”. “La signora Wronowski è infatti simbolo di quell’Italia che, grazie all’opera di tante persone, ha saputo ritrovare la libertà. Ora è nostro dovere ricambiare il dono che tutti noi abbiamo ricevuto”, ha detto Zanobio in un’intervista a Repubblica in un pezzo firmato da Zita Dazzi.

Amici del Trivulzio desidera che questo gesto simbolico diventi anche una sorta di esortazione alle Istituzioni tutte, perché diano concretezza a quel cambio di passo, che il generale Francesco Paolo Figliuolo ha chiesto per consentire di raggiungere gli obiettivi del nuovo piano vaccinale. “So che non sarà facile e che sarà richiesto uno sforzo immane a tutti, alle istituzioni, agli operatori, alle forze dell’ordine, ai volontari, alla complessa macchina del piano vaccinale, ma anche a noi cittadini, che - con pazienza, rispetto e semplicità, come il nostro Presidente Mattarella ha saputo dimostrare attendendo il suo turno - potremo accedere alla vaccinazione. È il momento di mettere da parte le polemiche, i privilegi, le critiche non costruttive e tutti insieme stare uniti per agire per un obiettivo condiviso: ritornare alla normalità, probabilmente nuova, ma sicuramente da tutti noi voluta. Affidiamoci alle indicazioni degli studiosi e degli scienziati, che vedono nella vaccinazione il possibile strumento per uscire da questa situazione, che ha travolto e stravolto la vita di tutti noi, portandosi via tante persone a noi care.”, riflette il presidente degli Amici.

Che poi chiosa, ripensando alla vicenda della signora Laura: “Ancora una volta, possiamo dire che, grazie alla sensibilità e alla dedizione degli Operatori del Pio Albergo Trivulzio, cui va la mia più sentita riconoscenza, la rete della solidarietà ambrosiana compie un gesto di rispetto e vicinanza alle persone più fragili”.

In foto Laura Wronowski subito dopo la vaccinazione, con lo staff medico, la responsabile del piano vaccinale del Pat Barbara Caimi,  il figlio e il presidente di Amici del Trivulzio Marco Zanobio

5 Gennaio 2021 - Commenti disabilitati su Digital Trivulzio, tornano le lezioni on line di informatica per gli over 65

Digital Trivulzio, tornano le lezioni on line di informatica per gli over 65

Hai 65 anni o più, o conosci qualcuno in questa fascia di età interessato a prendere dimestichezza con le nuove tecnologie o a migliorare le sue competenze? Digital Trivulzio è l’occasione che fa al caso tuo: un corso via web aperto a tutti gli anziani della città di Milano e non solo. L’iniziativa è promossa dalla Fondazione degli Amici del Trivulzio che da anni prima dello scoppio della pandemia in collaborazione con la sezione lombarda di Informatici senza frontiere dedica queste ore di formazione agli ospiti del Trivulzio, ma anche agli studenti over 65 esterni alla struttura.

Le lezioni online di informatica saranno tenute una volta alla settimana nella giornata del giovedì in due sessioni: dalle 10.00 alle 13.00 il corso " Microsoft Office" e dalle 16.00 alle 18.00 il corso " Base". La prima edizione del 2021 inizierà giovedì 14 gennaio per terminare il giovedì 18 marzo (come di consueto seguiranno l’edizione primaverile da aprile a luglio e quella autunnale da settembre a dicembre). Per partecipare basta avere una connessione web (meglio wi-fi) e un dispositivo di supporto (pc, mac, tablet…)

Sono già una ventina gli studenti della precedente edizione che hanno confermato la loro adesione. Nessun problema però. La modalità on line consente di accogliere tutte le iscrizioni (gli organizzatori hanno già previsto in caso di necessità di replicare i corsi del giovedì anche in un altro giorno della settimana, molto probabilmente il venerdì).

La partecipazione ai Corsi di informatica comporta il versamento di un piccolo contributo ad Amici del Trivulzio Onlus" ; la donazione sarà destinata a finalità sociali in aiuto a favore di anziani e persone fragili e sarà detraibile fiscalmente. Per ogni donazione naturalmente sarà rilasciata specifica ricevuta.

Volete saperne di più? Il giorno 11 gennaio ore 10.30 si svolgerà Open Day Online per fornire tutte le risposte a dubbi o maggiori informazioni. Per la partecipare a Open Day è necessario iscriversi a info@amicideltrivulzio.it oppure telefonare in segreteria (dalle ore 9.00 alle ore 13.00) al numero 340.4661880.

2 Novembre 2020 - Commenti disabilitati su Attilio Busolin: “Vi racconto perché ho messo la mascherina alle statue di Milano”

Attilio Busolin: “Vi racconto perché ho messo la mascherina alle statue di Milano”

“L’idea di questo libro nacque dopo che il 22 marzo, quasi per caso, tracciai di getto uno schizzo della nostra cara Madonnina del Duomo che rappresentai con quella mascherina chirurgica che, in quei giorni, facevamo tutti tanta fatica a trovare. Da lì, ogni sera, quasi come un fioretto da terminare l’ultimo giorno di lockdown cercavo, insieme a Marco e Giovanni - pungoli costanti - un simbolo, una statua della nostra Milano, dalle più conosciute alle meno note che potesse trasferire le sensazioni personali e gli stati d’animo di quel periodo, come se fossero dei custodi mascherati che vigilano su di noi, sulla nostra città e sui suoi valori. Questi schizzi rappresentano il nostro essere, i sentimenti e lo spirito di quei giorni, nella grafica e nei colori, nei materiali prima scarsi e poi ritrovati, nella stanchezza di quelle serate”. Così Attilio Busolin spiega come è nata l’idea di “Nel contagio il cuore di Milano” un libricino originale, solidale e pieno di passione per Milano, per la sua gente e per la sua storia. Un libro lungo 43 giorni, i giorni del primo lockdown: una statua per ogni giorno.

Busolin è un dirigente di banca (“oltre che un alpino e  grande appassionato di Telemark”, tiene a precisare). Nella sua vita professionale (“che da sempre assorbe gran parte del mio tempo”) si occupa di finanza per le imprese per un importante istituto di credito italiano. Questo dalle otto del mattino alle otto di sera. Nelle sere di quelle settimane così straordinarie e tragiche è riemersa la sua vecchia passione: quella delle vignette e dell’illustrazione (in casa e fra gli amici, tra cui Marco Zanobio e Giovanni Colombo, “i pungoli costanti” di cui sopra, le sue moleskine con gli appunti e i disegni di viaggio sono un must). I proventi del libro, che sarà presentato a Book City (14 novembre ore 15,30), saranno destinati alle attività a favore degli anziani di Milano promosse da Amici del Trivulzio onlus.

La Madonnina, simbolo universale di Milano e la mascherina chirurgica, simbolo altrettanto universale della pandemia, ma anche della resistenza contro questo terribile virus. Partiamo da qui.

Come le è venuta in mente di “mascherare” la Madonnina?
Ho visto una mia vecchia foto sulla i-Pad della Madonnina e sono partito. Era il 22 marzo. Non mi sono più fermato, sino alla fine del blocco. E oltre alla mascherina ho introdotto un altro elemento fisso: i colori della bandiera italiana. Per dire che Milano e l’Italia erano una cosa sola, un’unica comunità sofferente, ma unita contro il virus.

 

43 statue, quali quelle a cui è più affezionato?
La Madonnina sicuramente, la prima e penso anche la meglio riuscita. Poi mi piace il Vittorio Emanuele, l’espressione del cavallo è realistica. Anche il Pegaso, la Terza giornata (qui in sotto) e Garibaldi funzionano bene. Credo.

Non solo personaggio milanesi o italiani, per esempio c’è anche un Nelson Mandela…
Essere accogliente, generosa e aperta al mondo è nel dna di Milano. Nella serie non potevano mancare gradi personaggi a cui la nostra città ha dedicato un monumento. Ma la vignetta di Mandela obiettivamente non è granché. Quel verde c’entra poco.

Eppure ha deciso di pubblicarla lo stesso, perché?
Ho tenuto tutto. E poi per tanti giorni ho dovuto lavorare con i gessetti e i pennarelli che avevo in casa. All’inizio per esempio non trovavo gli acquarelli. E questo ha inciso sulla qualità del disegno. Queste sono vignette figlie di quel momento. Belle o brutte che siano hanno un’anima, raccontano un sentimento, un momento unico

Cosa rappresenta per lei Milano?
Come si evince dal cognome io vengo da fuori, metà trentino e metà veneto. Ma come è successo a tanti Milano mi ha dato la possibilità di realizzarmi dal punto di vista professionale e umano. Questo libro per me è anche un modo per riconoscere gratitudine verso la mia città. I fondi che raccoglieremo serviranno a rendere migliore la vita a tanti anziani di Milano. La fascia di popolazione che più sta soffrendo gli effetti della pandemia.

Ora però ci risiamo, le toccherà allungare la serie delle statue mascherate…
Me lo hanno chiesto. Vediamo se trovo l’ispirazione, ci potrei pensare. Come abbiamo scritto nella conclusione del libro “gli accadimenti sembrano riportarci indietro nel tempo, al lockdown di primavera, quando tutto sembrava sospeso. Continuiamo quindi ad agire con responsabilità, rispetto e pazienza, animati da un sentimento fraterno. Ormai abbiamo capito che nessuno si salva da solo”. Infine mi lasci fare un sentito ringraziamento all’amico Cesare Moroni di  Moroni Editore e Edizioni Heimat che  ci sta aiutando veramente tanto, e con il cuore in mano,  in questo progetto”

Il libro “Nel contagio, il cuore di Milano” può essere richiesto ad Amici del Trivulzio onlus (info@amicideltrivulzio.it) oppure attraverso il sito di Moroni Editore (https://www.moronieditore.it/). Le donazioni raccolte contribuiranno a sostenere le attività solidali di Amici del Trivulzio a favore degli anziani di Milano.

25 Settembre 2020 - Commenti disabilitati su Digital Trivulzio, si riparte!

Digital Trivulzio, si riparte!

Dopo lo stop forzato dovuto al lockdown, finalmente ripartono le lezioni di informatica dedicate agli anziani organizzate nell'ambito del progetto Digital Trivulzio, promosso dagli Amici del Trivulzio in partnership con Informatici senza Frontiere. Il corso è rivolto a tutti gli over 65 e si terrà da remoto in modalità digitale.

Partiremo con 4 lezioni di avvicinamento ( livello base) per chi ne avesse necessità per poi proseguire con lezioni pratiche di approfondimento.

Se vuoi saperne di aspettiamo martedì 29 Settembre all'Open Day online in cui saranno fornite tutte le risposte alle tue domande.

Per partecipare è necessario contattare segreteria dalle ore 9.30 alle ore 13.00 al telefono 340.4661880 oppure scrivere una mail a info@amicideltrivulzio.it.

Vi aspettiamo!

24 Agosto 2020 - Commenti disabilitati su La “prima” della Fondazione Amici del Trivulzio, Martinitt e Stelline? Con il maestro Alvise Casellati

La “prima” della Fondazione Amici del Trivulzio, Martinitt e Stelline? Con il maestro Alvise Casellati

L’appuntamento è per mercoledì 2 settembre alle ore 21, quando - sotto la direzione del Maestro Alvise Casellati, il baritono Leo Nucci e i soprani Federica Guida, Maria Mudryak e Arianna Giuffrida, insieme all’orchestra Farnesiana, con una serie di arie e duetti della Trilogia Verdiana (La Traviata, Il Trovatore e Rigoletto) - si alzerà il sipario su “Opera Italiana is in the Air”, gala lirico popolare, internazionale ideato dallo stesso Casellati. L’evento si terrà nell’ambito di 2020 Estate Sforzesca in collaborazione con il Teatro Municipale di Piacenza, arrivando direttamente dal Central Park di New York e dal Regata Park di Miami.

La rappresentazione è stata resa possibile grazie al sostegno del Comune di Milano e alla partnership di Intesa San Paolo, Bel spa, Fondazione Bracco e Dompé Farmaceutici, nell’ottica di premiare lo spirito imprenditoriale nella divulgazione culturale del maestro Casellati. Supporto aggiuntivo è stato offerto anche da Mela Holding, Nikta Servizi, Cigusta ed Eurowind.

“Opera Italiana is in the Air” è un progetto che si basa su una forte componente culturale e sociale e che si realizza - oltre che attraverso concerti gratuiti all’aperto - mediante un programma di responsabilità sociale rivolto a persone che vivono in situazioni di disagio. Per l’inverno 2020/2021 sono in cartellone una serie di concerti/lezioni da tenersi in strutture per anziani e in istituti che accolgono giovani orfani, per lo più immigrati.

Ed è qui che scendono in campo gli Amici del Trivulzio, con la nuova denominazione di Fondazione Amici del Trivulzio, Martinitt e Stelline. Nelle scorse settimane infatti il consiglio della onlus, sotto la guida del presidente Marco Zanobio, ha avviato la procedura per la trasformazione del comitato in fondazione e per il suo adeguamento alla nuova disciplina prevista per gli enti del terzo settore. “Un passaggio importante che va nella direzione di rafforzare e istituzionalizzare la nostra organizzazione, con l’obiettivo di rispondere al meglio alla missione che ci siamo dati: quella di essere al fianco degli Ospiti del Trivulzio, coinvolgendo altresì i giovani delle comunità degli istituti Martinitt e Stelline; vecchi e giovani sono le persone che più sono state colpite dalla pandemia e, ora più che mai, crediamo che occorra essere loro vicini per ripartire insieme e rilanciare - in un momento così particolare - il rapporto con la Città e i milanesi”.

La partecipazione al gala lirico e popolare di Casellati va proprio in questo senso e sarà preludio ad altre importanti iniziative. “Vogliamo portare avanti i nostri progetti in favore degli Ospiti del Trivulzio, per non lasciare soli i nostri Vecchi: penso al Cortile dell’Esperienza, il giardino dedicato alle persone affette da Alzheimer, o al servizio di Telemedicina. Sappiamo che, dopo questi mesi, non sarà facile ripartire, però”, prosegue Marco Zanobio, “il mio è un invito a essere uniti e a guardare avanti, un appello a Milano a fare quadrato e a non abbandonare queste storiche istituzioni, come Trivulzio, Martinitt e Stelline, che sono simbolo dell’unione dello spirito del dare e del fare, che ha sempre caratterizzato i cittadini milanesi”.

“Non possiamo poi dimenticare che nel 2021, celebreremo 250 anni dall’apertura del Pio Albergo: un anniversario importante per ribadire come la persona debba sempre essere al centro delle scelte, che si è chiamati ad assumere”, conclude Zanobio.

Nel frattempo, occhi puntati sulla collaborazione di Amici del Trivulzio con l’iniziativa del Maestro Casellati. I concerti della programmazione andranno a beneficio di giovani e anziani in situazioni di fragilità, simbolicamente rappresentati dalle tre storiche istituzioni milanesi, che hanno sempre tradizionalmente guidato i ragazzi fino a raggiungere un potenziale che andasse oltre i loro sogni più ambiziosi e hanno favorito l’accoglienza e l’assistenza di anziani in difficoltà.

Protagonisti degli spettacoli saranno giovani musicisti che, mediante la collaborazione con Operitage - un’associazione culturale gestita proprio da musicisti ventenni - avranno l’opportunità di vivere un’esperienza molto formativa dal punto di vista sia artistico sia personale.

Negli ultimi anni l’evoluzione demografica e i cambiamenti geopolitici hanno mutato le condizioni sociali, portando all’inserimento dei ragazzi immigrati nella società italiana e a una loro interazione con le generazioni che li hanno preceduti, in un percorso di crescita e di condivisione. L’insegnamento della lingua italiana è divenuto uno dei target educativi più importanti: quale miglior modo di integrazione esiste se non quello che passa attraverso l’opera italiana?

Inoltre, il coinvolgimento degli anziani, i più colpiti dalla pandemia e a lungo vissuti in un pesante e necessario isolamento, sottolinea l’intenzione di riportare serenità e socialità nella loro vita, in un contesto sano e sicuro, perché anche questa importante colonna della nostra società possa ritornare a vivere nella nuova e diversa normalità di oggi. Una sfida che vedrà la Fondazione Amici del Trivulzio, Martinitt e Stelline in prima linea, fin dalle prossime settimane. Seguiteci.

21 Maggio 2020 - Commenti disabilitati su 110 anni fa il Trivulzio diventava la Baggina

110 anni fa il Trivulzio diventava la Baggina

Era il 22 maggio del 1910, 110 anni fa, quando il cancello del Pio Albergo Trivulzio si apriva per accogliere i “Veggiòn” (nella foto di apertura l'inaugurazione), che - dalla storica sede di contrada della Signora, sita nell’avito palazzo del Principe Antonio Tolomeo Gallio Trivulzio - venivano accompagnati, da un popolo in festa, nella più moderna e all’avanguardia sede, sulla strada per Baggio, da cui prese l’affettuoso nome di “Baggina”, con cui ancora oggi Milano chiama il Trivulzio.

 La scelta del 22 maggio, per inaugurare la nuova sede (qui sotto il disegno del progetto), non fu certo casuale, ma volta a ricordare e rafforzare il legame con il Principe Trivulzio, che era nato infatti proprio quel giorno del 1692. Grazie alle di lui ultime volontà, con cui lasciava l’intero patrimonio all’Albergo de’ poveri, nel 1771, nasceva quel pio luogo laicale, che porterà il suo nome, per accogliere gli impotenti per età, per difetto corporale ed infermità e questi dell’uno e dell’altro sesso, come recitava il testamento del Principe, divenendo nel tempo luogo che alla vecchiaia milanese povera e onesta dona calmo e sereno il tramonto.

 Il 22 maggio di quest’anno si presenta invece assai diverso, a causa del dolore, della tristezza e dell’angoscia che ha colpito tante persone, la nostra Città, il Paese e il mondo tutto, a causa di quel virus che è entrato nella nostra vita, prendendosene un pezzo, travolgendoci e stravolgendoci, senza fermarsi davanti a nessuno.

 Può forse suonare strano celebrare oggi questa ricorrenza, visto il permanere della situazione di emergenza e di incertezza in cui ci troviamo; tuttavia crediamo che il Trivulzio - così come tutta Milano - abbia bisogno di piangere il proprio dolore, di ritrovare la propria memoria, che sappiamo essere memoria straziata, e di onorarla, con rispetto e dignità.

Per questo, ora più che mai, il Trivulzio non deve essere lasciato solo, perché ha bisogno di tutti noi: ha bisogno della nostra mano protesa nel porgere un fiore in memoria delle persone che non ci sono più, della nostra mano pronta ad accarezzare idealmente il cuore dolente dei parenti che hanno perso i propri cari senza poter donare loro l’ultima carezza, della nostra mano volta a rassicurare lo sguardo dei nostri Vecchi - segnato dagli anni e dalla solitudine, come l’abbiamo vista narrata nei quadri rappresentativi della quarta età del Morbelli, dedicati proprio agli Ospiti del Trivulzio, della nostra mano che si stringe simbolicamente per dire loro grazie a quella degli operatori sanitari e di tutti quelli che, con dedizione e professionalità, hanno silenziosamente lavorato per il bene altrui, della nostra mano generosa quanto grande è stata la generosità dei tanti volontari, che con coraggio hanno contribuito - con la loro opera - ad alleviare la nostra sofferenza.

Il Trivulzio insieme a Martinitt e Stelline è senza dubbio ancora vivo testimone di quel millenario glorioso assistenzialismo milanese in favore dei più deboli, che la nostra Città ha saputo sempre e saprà ancora portare avanti, con spirito di accoglienza e unità, tutti insieme in un cammino nuovo, che parta dal nostro cuore per raggiungere quello delle persone più fragili ed essere ogni giorno al loro fianco, perché il passato continui a parlare al presente, coniugando tradizione e innovazione.

27 Aprile 2020 - Commenti disabilitati su Dagli Amici del Trivulzio grana e riso per i poveri del municipio 7 di Milano

Dagli Amici del Trivulzio grana e riso per i poveri del municipio 7 di Milano

Amici del Trivulzio Onlus ha donato 150 kg di grana e 150 kg di riso, in collaborazione con Municipio 7, in favore di persone fragili in difficoltà. Prima tappa al Centro Multi Servizi Anziani in piazzale Segesta, dove i custodi sociali hanno accolto il presidente Marco Zanobio e l’assessore Antonio Salinari. Secondo appuntamento alla Parrocchia della Madonna dei Poveri a Baggio, dove ad aspettarli vi era don Silvano con i suoi collaboratori.

“Ecco grana e riso, provenienti dalle terre di proprietà del Pio Albergo Trivulzio, per aiutare chi oggi si trova in difficoltà, con quello spirito solidale che da 250 anni accompagna il Trivulzio nel sostenere le persone bisognose” ha detto  Zanobio. Che ha aggiunto: “Con grana e riso realizziamo strenne destinate alla raccolta fondi per sostenere i nostri progetti: oggi abbiamo voluto donare queste strenne a quanti appartengono alla nostra comunità, perché rientra negli obiettivi di Amici del Trivulzio creare un ponte fra il Pio Albergo Trivulzio e la città, un legame indissolubile, nonostante la non facile situazione che tutti stiamo attraversando”.

L’assessore di municipio 7, Antonio Salinari ha partecipato attivamente a questa iniziativa: lui e il presidente di Amici del Trivulzio hanno consegnato quanto donato nelle mani dei Custodi Sociali e di don Silvano.

L’assessore Salinari ha così ringraziato Amici del Trivulzio: “La collaborazione fra Municipio 7 e Amici del Trivulzio Onlus ogni giorno si consolida sempre più, grazie ai progetti promossi dalla onlus in favore degli anziani del nostro Municipio. Iniziative concrete e rivolte alle persone fragili, che si sviluppano con progetti all’interno del Pio Albergo Trivulzio e sul territorio del nostro municipio, con una presenza costante a fianco dei più deboli”.
Dopo neppure un’ora dalla consegna, i custodi sociali erano già pronti alla distribuzione: solidarietà, condivisione ed efficienza.

25 Aprile 2020 - Commenti disabilitati su Da Reys spa igienizzante e mascherine per il Pio Albergo Trivulzio

Da Reys spa igienizzante e mascherine per il Pio Albergo Trivulzio

Prosegue il sostegno di REYS S.p.A. - società chimica di Arcore (provincia di Milano) – che ha donato, grazie ad Amici del Trivulzio onlus, oltre 200 litri di igienizzante per le mani (Alicare 752) al Pio Albergo Trivulzio (attraverso forniture settimanali) e 400 mascherine ffp2.

“Rientra nella politica di REYS”, ha precisato l’amministratore delegato Mario Nespoli, “sostenere chi si sta occupando della cura e dell’assistenza di persone fragili in questo periodo difficile per il nostro Paese. Abbiamo donato i nostri prodotti a diversi operatori del mondo sanitario, nonché alle forze dell’ordine, ai Vigili del fuoco e ad associazioni di volontariato”.

Il presidente di Amici, Marco Zanobio, che si è occupato personalmente di effettuare le consegne, ha espresso la propria gratitudine per la vicinanza dell’azienda al Pio Albergo Trivulzio. 

11 Aprile 2020 - Commenti disabilitati su La vicinanza degli Amici del Trivulzio agli ospiti e ai loro familiari

La vicinanza degli Amici del Trivulzio agli ospiti e ai loro familiari

"Come presidente di Amici del Trivulzio, in questo giorno per noi speciale, il mio reverente pensiero va - in primo luogo - alle persone che hanno perso la propria vita in questi mesi, con un particolare ricordo per gli Ospiti del Pio Albergo Trivulzio, cui ci lega un sentimento profondo. Voglio altresì esprimere il mio cordoglio ed essere vicino ai familiari per il dolore che stanno provando per non essere più insieme ai loro cari e per non aver potuto dare loro un ultimo saluto. Credo che sia un sentimento condiviso, dire grazie di cuore a quanti - con professionalità e dedizione - hanno prestato la propria opera in questo difficile momento“. Sono questi i sentimenti del presidente Marco Zanobio e di tutti i volontari e i soci del Comitato degli Amici del Trivulzio.

Perché oggi per Amici del Trivulzio è un giorno speciale?
L’11 aprile di quattro anni fa, facevamo nascere Amici del Trivulzio onlus, spinti da quello spirito di solidarietà ed accoglienza che contraddistingue la nostra città, con l’obiettivo di prenderci cura degli Ospiti del Pio Albergo Trivulzio, con progetti e iniziative per donare loro, tutti i giorni, un giorno migliore. E tanti devo dire sono stati i progetti e le attività che abbiamo promosso, così come molte sono le idee in cantiere, anche in questa fase di emergenza. In noi però oggi c’è un profondo senso di tristezza e amarezza per quanto sta succedendo, dopo che da quasi due mesi ci accompagnano dolore, angoscia e paura, anche se contrapposti a una grande forza di reagire e di stare uniti, animati da solidarietà e desiderio di uscire da questa situazione che ha investito la nostra città, la nostra regione, il nostro Paese e il mondo intero, segnando in modo profondo le nostre vite.

La deflagrazione della pandemia, anche all’interno delle strutture del Trivulzio, sta mettendo a durissima prova gli anziani ospiti e tutto il personale medico e paramedico...
Sì, i numeri e le notizie, che da diverso tempo ci arrivano in modo dirompente, ci confermano che siamo di fronte ad una situazione complicata, sotto molti punti di vista, dove gli scenari sono mutati anche rapidamente, in un’evoluzione troppo spesso imprevedibile nei modi e nei tempi. In questi ultimi giorni poi, l’attenzione di tutti si è rivolta a una realtà a noi molto cara, il nostro Pio Albergo Trivulzio, un simbolo della nostra Milano e a molte RSA, da sempre luoghi di fragilità, acuita ancor più dall’onda pandemica, che tutto e tutti travolge, coinvolgendo - non va dimenticato - sostanzialmente tutte le strutture della Regione e non solo.

Presidente, cosa si sente di dire in questo momento a proposito dell’attenzione che sta coinvolgendo il Trivulzio?
Mi lasci prima osservare come il Pio Albergo Trivulzio sia sempre oggetto di attenzione per il ruolo fondamentale, che svolge all’interno della città e - da un certo punto di vista - a livello nazionale, trattandosi del più grande polo geriatrico italiano. Però la tendenza è parlare del Trivulzio solo per le negatività, mentre credo sia giusto ricordare che in questi ultimi cinque anni, sotto le direttive del consiglio d’indirizzo (oggi uscente) guidato sapientemente dal presidente Maurizio Carrara, le direzioni generali che si sono succedute, in un percorso ancora in atto, al Trivulzio hanno fatto un grande lavoro per risanare l’Istituto dal punto di vista economico e finanziario, dando sempre massima trasparenza alle decisioni assunte.

Oggi ci troviamo ad affrontare una situazione veramente complicata e di una portata immensa. Parlare di RSA e di anziani, delle difficoltà per chi è ricoverato ma anche per chi è nelle proprie case non è certamente facile: le notizie che vengono rappresentate evidenziano una situazione difficile e impegnativa, indicano che sono state fatte scelte e che forse se ne potevano fare altre. Non lo so, con il senno del poi, tutto può sembrare più semplice da affrontare ma - quando ci si trova a dover prendere una decisione - la scelta viene assunta con le informazioni, le indicazioni e gli strumenti a disposizione in quel momento, per di più davanti a qualcosa di sconosciuto, di cui nessuno sapeva ed immaginava la violenza che potesse avere. Abbiamo visto d’altra parte come, nonostante che avessero davanti agli occhi l’esperienza di quanto accaduto in Italia, anche altri Paesi, europei e non solo, siano stati a loro volta travolti e messi a dura prova.

Ha la sensazione che le cose potessero essere gestite diversamente?
Non ho le competenze per valutare cosa in quei frangenti si dovesse/potesse fare e non voglio esprimere giudizi. Credo ci siano tanti fattori da conoscere e considerare, prima di potersi esprimere su cosa intraprendere in quelle situazioni. D’altra parte non ho neppure motivo per ritenere che non siano stati via via adottati i protocolli di prevenzione sanitaria, formulati dalle competenti superiori autorità sanitarie. Lasciamo comunque che siano le Commissioni designate e l’autorità giudiziaria, con i rispettivi ruoli, a svolgere le necessarie indagini ispettive e a condurre le inchieste, certi dell’equilibrio di valutazione che avranno di fronte agli elementi e alle circostanze, che dovranno esaminare. Il momento è difficile e doloroso per tutti quanti sono coinvolti.

L’auspicio, credo di poterlo dire a nome di tutti, è che di fronte al dramma della morte, si possa arrivare in tempi ragionevolmente brevi, nonostante le complessità, a conoscere gli esiti di questa attività, senza però che tutto si trasformi in una mera conflittualità “politica”, come già sembra trasparire leggendo i giornali, che - oserei dire - sarebbe controproducente in questo momento, ancora emergenziale: i milanesi, gli italiani non lo meriterebbero, dopo questa grande sofferenza e sarebbe forse il peggior modo per rendere onore a chi ha perso la vita e per essere vicini a chi sta soffrendo per non aver potuto dare un’ultima carezza, un ultimo bacio ai propri cari, nonché a quanti hanno contribuito con il proprio lavoro a tenere testa alla violenza pandemica.

Lei conosce bene il Trivulzio e la sua storia. Come ne usciremo?
Il Trivulzio ha 250 anni alle spalle, è passato attraverso tante situazioni difficili fra cui le guerre e anche la “spagnola”, oltre eventi che nell’ultimo trentennio hanno minato la credibilità e l’eccellenza di questa storica istituzione milanese. Oggi siamo di fronte ad una pandemia e molti utilizzano terminologie di guerra. Dovremo partire da li, tenendo conto delle diverse fasi da affrontare e mettendo al centro di ogni intervento la persona. Credo, in primo luogo, che si debba considerare il fatto che siamo ancora in emergenza, il lockdown è ancora in atto e il percorso di uscita non è ancora disegnato. Nel brevissimo, come suggerito da Luca Degani (presidente Uneba Lombardia), in un’intervista al mensile Vita, massima deve essere l’attenzione proprio verso le RSA e gli anziani, concentrando ogni sforzo possibile per garantire ogni necessaria dotazione, in termini di professionalità e di strumenti, ove eventualmente mancanti.

Nel breve occorrerà individuare percorsi che consentano di ritornare ad una graduale normalità, considerando anche gli anziani che sono nelle proprie case e sfruttando le nuove tecnologie. Penso ad esempio all’introduzione di servizi di telemedicina, con cui monitorare a distanza la salute delle persone, in una cooperazione fra paziente, medico di base e medico specialista. È un tema su cui - come Amici del Trivulzio - stiamo ragionando: basti pensare che attorno agli ambulatori specialistici del Trivulzio gravitano oltre 10.000 anziani, che oggi - per le limitazioni esistenti - non possono accedervi. Dobbiamo altresì rammentare che in una città come Milano le persone over 65 sono quasi un quarto della popolazione e gli ultra settantacinquenni circa il 13% dei cittadini. Diverso è invece un percorso di lungo periodo. Forse si dovrà ripensare e ridisegnare l’attuale modello sanitario, in modo da favorire e rafforzare anche la presenza sul territorio, in un sistema ricco di grandi eccellenze, come è stato dimostrato in questi mesi, pur con le difficoltà che il sistema ha dovuto affrontare, di fronte alla violenza inaudita della pandemia. Una cosa però mi sento di dire, così come ci siamo rialzati dopo l’ultima guerra mondiale, io credo che dovremo prendere spunto da quanto fu fatto in quella circostanza, partendo dall’agire uniti, così come fecero i nostri avi: sarebbe il gesto più bello che possiamo fare, segno che la loro morte è stata per noi di grande insegnamento.

E questo atteggiamento di unità e condivisione, credo dovrà accompagnarci anche come Amici del Trivulzio, per continuare ad essere vicini agli ospiti del Trivulzio, con quello spirito di generosità e dedizione che sempre ci ha animato e che, come non mai, dobbiamo portare avanti, nel ricordo di chi non è più con noi. Non sarà semplice, ma insieme - come molte volte abbiamo sentito e letto in questi giorni - ce la faremo.

Qual è il pensiero con cui vorrebbe chiudere queste sue considerazioni?
Concludo, permettendomi di rivolgere un invito a tutta la città e a tutti i milanesi perché si stringano in un abbraccio - oggi necessariamente simbolico, ma in futuro con gesti concreti - agli Ospiti del Pio Albergo Trivulzio e ai nostri Anziani, per non lasciarli soli, mettendo a disposizione ogni possibile fattivo strumento per la loro tutela, così da portare loro rispetto e riconoscenza per quanto ci hanno dato e perché continuino ad essere - per noi - di esempio e stimolo nel coniugare il dare e il fare, che sono simbolo dello spirito milanese.